Io e la tecnologia non siamo proprio compatibili. Ecco, l’ho detto.
È più forte di me, proprio non ci troviamo. Ogni volta che devo usare un nuovo programma o che devo fare qualcosa che richieda un po’ di più delle basi di informatica, vado nel panico. Poi magari ne vengo a capo, ma non prima di aver avuto almeno un paio di crisi isteriche. È per questo, forse, che quando sono uscita dall’università e ho cominciato a lavorare come traduttrice non volevo cedere al richiamo dei CAT.
Quando studiavo all’università, nessuno mi aveva mai detto di quali programmi e software aveva bisogno un traduttore; sapevo a malapena cos’era un CAT! (Per la cronaca, CAT sta per Computer Assisted Translation, ovvero tutti quei software di traduzione assistita che assistono, appunto, il traduttore nei progetti prevalentemente di natura tecnica).
Quando ho scelto le mie specializzazioni, mi sono buttata sulla traduzione audiovisiva ed editoriale, due settori nei quali questi strumenti non sono generalmente utilizzati, quindi pensavo di averla scampata! E invece no, il caso ha voluto che iniziassi a lavorare anche in altri ambiti e che alcune agenzie con cui collaboro mi chiedessero di utilizzarli. E io ho iniziato a tremare…
La paura
Pirma di tutto avevo paura di fare un investimento che mi portasse solo a dover passare gran parte del mio tempo a impazzire e che non mi permettesse di lavorare meglio e più velocemente. Temevo di dover passare le ore a imparare i comandi e a capire come ottimizzare il loro uso. E poi i CAT che di solito vengono richiesti sono a pagamento e non proprio economici, e questo non è certo un aspetto di poco conto per un traduttore alle prime armi.
Così, ho cercato di posticipare l’acquisto. Ho continuato a lavorare con i clienti per i quali non c’era bisogno di nuove risorse e, ahimè, ho cominciato a rifiutare alcuni lavori nei quali mi veniva chiesto l’uso di Trados. Ma quanto mi scocciava rifiutare i lavori!
Rompere il ghiaccio con SmartCat
Poi, la svolta: ho preso contatti con un’agenzia di traduzione per un progetto di lunga durata e non avendo Trados mi ha concesso di iniziare a tradurre con un CAT gratuito. Ho conosciuto così SmartCat, il mio primo amico CAT che mi ha introdotta lentamente e senza grossi traumi nel mondo inesplorato dei software di traduzione assistita. Con lui sono diventata brava, ho imparato come funzionano i CAT in vista di progetti più grandi. SmartCat è open-source e quindi non totalmente sicuro, ma è molto intuitivo e possiede alcuni comandi e funzioni molto simili a Trados: può essere una buona palestra! Se devi iniziare e non sai che da parte girarti, te lo consiglio!
Dopo un po’ di tempo dall’inizio di questa nuova collaborazione, l’agenzia di cui ti parlavo ha cominciato a proporrmi altri lavori. Evviva, mi dirai. E invece no, perché i nuovi progetti richiedevano Trados, e io ancora non ce l’avevo. Sono arrivata quindi a un bivio: continuare a rifiutare gli incarichi o nella migliore delle ipotesi chiedere di utilizzare SmartCat, oppure prendere tutto il mio coraggio, mettermi il cuore in pace e, soprattutto, una mano sul portafoglio e comprare quel software tanto necessario.
Secondo te, cosa ho fatto? Un giorno, spinta un po’ dall’istinto di sopravvivenza e un po’ (e soprattutto) da un grosso sconto offerto dall’agenzia, ho comprato Trados. Sì, l’ho comprato! Lo so cosa stai pensando: “fortunata te che avevi lo sconto dell’agenzia”. Ma lo sai che sul sito trados.vertere.net puoi acquistare SDL Trados e i suoi aggiornamenti a prezzi scontati? Stessa cosa su ProZ dove basta registrarsi e si ha la possibilità di fare un acquisto “di gruppo” a prezzi molto più accessibili. Sì, è sempre un bell’investimento, ma se si può risparmiare siamo tutti più contenti, no?
Ma torniamo a me.
Ho comprato Trados, l’ho aperto e ho cominciato a disperarmi. Non è un software intuitivo e ci sono un milione di comandi e di funzioni, quindi non si può semplicemente aprire e cominciare a lavorarci. Però, il fatto di aver fatto pratica con SmartCat in precedenza mi aveva dato più sicurezza e più conoscenze, quindi non partivo proprio da zero. Ho iniziato a importare nel programma alcuni testi brevi per poter “smanettare” e imparare sul campo, come consigliato dalla diretta del Freelance Lab dedicata ai CAT e ho chiesto consiglio ai colleghi. Eh sì, perché alla fine si impara sempre di più da chi ne sa e da chi li usa da più tempo, non c’è niente da fare!
Ho capito subito che da sola era un lavoro molto difficile, così ho iniziato a cercare dei corsi validi. Purtroppo la maggior parte dei corsi su questo argomento si concentrano sulla teoria, fondmaentalese non si hanno le nozioni di base. Cercavo qualcosa però che mi permettesse di mettere le mani in pasta e l’ho trovato con il corso di Laura Dossena su Udemy: molto valido, a buon prezzo e chiarissimo.
Ho seguito anche uno dei corsi offerti direttamente da SDL[1] : se ne trovano sia di gratuiti che a pagamento, basta tenerli d’occhio. In alternativa puoi anche iscriverti alla newsletter di ProZ: riceverai regolarmentele presentazioni dei corsi di SDL su Trados. Sono suddivisi per livello (principiante, intermedio, avanzato), ti permettono di ottenere una certificazione del tuo livello di conoscenza dello strumento e sono pratici: con lo schermo condiviso, ti guidano nelle operazioni principali che ogni traduttore svolge ogni giorno. Te li consiglio!
Adesso
Adesso uso Trados molto spesso e mi è di grandissimo aiuto. Le memorie di traduzione mi consentono di avere una base solida e di velocizzare tantissimo il processo di traduzione senza dover tornare avanti e indietro per ricercare i termini o le formule standard. Per non parlare della formattazione dei testi, che viene automaticamente riprodotta nel testo target fedele all’originale senza dover impazzire su Word una volta esportato il progetto.
Se anche tu hai il mio stesso problema con i CAT, prendi il coraggio in mano, chiedi consiglio ai colleghi più esperti e magari inizia a usarne uno gratuito per imparare. E valuta piano piano tutte le opzioni prima di acquistarne uno: non esiste solo Trados e molti colleghi che conosco lavorano senza problemicon MemoQ, ad esempio, che tra le altre cose è compatibile con Trados. Magari perla tipologia di testi che traduci è più utile un altro strumento oppure semplicemente hai più affinità con uno rispetto all’altro!
In ogni caso, dopo un po’ che lavori con i CAT i miglioramenti si vedono eccome e, anche se so che ho ancora tanto da imparare, ammetto che continuo ad avere crisi isteriche di pianto ogni volta che compare un messaggio di errore. Però riesco ad accettare tutti lavori con i CAT che mi vengono proposti, a velocizzare il processo di traduzione e a offrire un servizio molto più professionale.
E in fondo è proprio per questo che mi sono arresa e ho fatto amicizia con Trados, no?