Come diventare interprete

come diventare interprete

Come si diventa interprete? Se la strada per diventare traduttore è impervia e difficile, quella per diventare interprete lo è ancora di più. Sì, perché per tradurre testi scritti si ha un margine di tempo che nell’interpretazione orale manca: nel primo caso se si è incerti sul significato di una parola a o una frase possiamo fare ricerche approfondite, leggere più volte quel passaggio ostile, confrontarci con alcuni colleghi. Nel secondo caso invece la tempestività e la prontezza sono tutto: quando si interpreta una persona si hanno da pochi secondi a pochi minuti per fornire la versione tradotta del discorso e non c’è spazio per i dubbi o i tentennamenti.

Una mia professoressa dell’università sosteneva che “interpreti si nasce”, ma io credo che ci si possa lavorare.

Regola numero 1

Allenati, più che puoi. Che tu faccia simultanea o trattativa, devi essere sempre pronto a tradurre quello che senti, in tempi rapidissimi. Per diventare interprete l’esercizio costante e continuo nel tempo può portare a grandissimi risultati: dedica una parte della tua giornata a fare traduzione a vista, a fare simultanea con le notizie al telegiornale, a prendere appunti come in consecutiva. Ti servirà a mantenere l’allenamento che ti ha fornito l’università e anche se affronterai dei periodi di “magra” non dovrai temere di perdere quelle abilità linguistiche per le quali a lungo hai studiato.

Regola numero 2

Informati. Per diventare interprete devi tenerti informato sulle ultime notizie italiane e straniere, non solo del paese dove si parla la lingua che interpreti. A volte gli oratori fanno riferimento a fatti accaduti di recente oppure vogliono parlare della situazione politica o sociale locale: fatti trovare pronto e riuscirai a cavartela bene.

Regola numero 3

 

Leggi in italiano. La lingua straniera con la quale lavori è importantissima per capire il messaggio da tradurre, ma lo è ugualmente l’italiano che usi. Leggi tanto, sia giornali che blog, riviste, saggi, romanzi. Fai esercizi per trovare i sinonimi delle parole che incontri. Amplia il tuo vocabolario e cerca di usare parole belle e piene di significato. Cerca di evitare i regionalismi, gli avverbi, i termini dialettali, e quelli vuoti.

Regola numero 4

Studia i modi di dire e gli acronimi. Uno dei peggiori campi minati quando si interpreta sono i modi di dire e gli acronimi. Studiati a tempo perso quelli più usati da chi parla la lingua straniera con la quale lavori, ripassali di tanto in tanto – e non solo prima di un evento – in modo da scolpirli nella tua memoria.

Regola numero 5

Lavora come interprete. Lo so, sembra un paradosso che per diventare interprete si debba lavorare come interprete, ma è proprio così. Puoi studiare tutta la teoria mai scritta, fare esercizi a più non posso, ma nulla ti forma di più dell’esperienza diretta sul campo. Cerca di iniziare a lavorare subito dopo la laurea, anche per eventi di beneficienza e per progetti pro bono: mantenere l’allenamento è fondamentale, soprattutto con certe lingue. Proponiti alla tua università, alle agenzie di traduzione, alle aziende, agli organizzatori di eventi e partecipa attivamente più che puoi: ti renderai conto di quanto valore avrà quell’esperienza.

Se vuoi evitare di commettere gli errori più frequenti, come hanno fatto altri prima di te (indovina di chi sto parlando!), perché non partecipi al programma specifico per interpreti e traduttori freelance? Puoi confrontarti con colleghi ed esperti, direttamente da casa (sul tuo divano, magari!) , iniziare a lavorare e guadagnare, senza eccessive paure o troppa confusione in testa!