Avrai sentito dire sicuramente che avere profili social è fondamentale per promuoverti, ma non è del tutto vero. Prima di tutto, i social possono essere mezzi di marketing a patto che tu dedichi loro tempo, crei contenuti di valore e sia costante, ma non sono strumenti magici: come tutte le cose bisogna studiare – come funzionano in primis – e poi agire. Facciamo quindi un po’ di chiarezza e cerchiamo di capire quali fanno al caso tuo.
Uno, nessuno, centomila
Di social media ne esistono a tonnellate, dai più conosciuti Facebook e Instagram, ai meno utilizzati (mai sentito parlare di Pinterest? Ecco, appunto), ma non dobbiamo essere presenti su tutti per forza. Se scegli un social per promuoverti, quel canale deve avere un requisito fondamentale: essere popolato di potenziali clienti. Se usiamo i social come strumento di marketing, dato l’impegno di tempo ed energie che preparare contenuti richiede, dobbiamo ottimizzare gli sforzi e concentrarci sui canali dove possiamo avere maggiori riscontri. Prima di buttarti ad aprire mille profili, procedi per gradi: puoi fare dei test postando e verificando i risultati su uno o due canali per qualche mese e poi decidere se vale la pensa continuare. Per risultati intendo interazioni con persone interessate a ciò che fai, non necessariamente vendite: magari ricevi contatti per preventivi che non vanno in porto, ma avrai nominativi ai quali scrivere per proporre qualche nuovo servizio.
È indispensabile anche sapere chi sono i tuoi clienti ideali: se non sai di cosa sto parlando c’è una raccolta dedicata su In Video, puoi recuperarla qui.
Facebook è tra i più conosciuti di tutti i social: è nato per tenere in contatto le persone dopo la fine degli studi e poi si è evoluto come piattaforma di marketing. Se decidi di sfruttare le funzioni di Facebook a scopo promozionale, assicurati di farlo tramite una pagina professionale e non un profilo privato, i nomi dicono già tutto. La pagina professionale ti permette di mettere in risalto i tuoi prodotti o servizi, di raccontare chi sei e cosa fai, di creare pulsanti per contattarti. Insomma, non è la stessa cosa di avere un sito internet, ma le funzionalità sono molto simili. Ci sono potenziali clienti per traduzione e interpretariato? Nì: qui puoi trovare agenzie di traduzione e privati che hanno bisogno di uno dei tuoi servizi, ma devono seguire la tua pagina per vedere ciò che fai e contattarti, e non è così semplice. Però puoi farti conoscere da colleghi che potrebbero fare passaparola e innescare così la catena (sottolineo il “potrebbero”).
Non ho mai ben capito come funzioni questo social e ho sempre faticato ad usarlo, ma mentre in America vanta un gran numero di utenti attivi, qui in Europa e in Italia è un po’ passato di moda. Twitter è usato soprattutto per tenersi aggiornati con notizie ufficiali e ufficiose, categorizzate con gli hashtag. Non c’è distinzione tra profilo personale e professionale.
Il social dedicato al lavoro e ai professionisti, nasce proprio con l’intento di mettere in contatto domanda e offerta. Il requisito è quello di avere un profilo personale completo, con tutte le informazioni necessarie per farci contattare e le parole chiave per farci uscire tra i risultati di ricerca, una fotografia decente (non in costume, con la corona di allora, con drink in mano, con altre persone). Qui non si pubblicano selfie e video di gattini, ma contenuti che siano di interesse e di utilità per i nostri potenziali clienti. Ci sono potenziali clienti per traduzione e interpretariato? Decisamente sì, se sai come e dove trovarli: iscriviti a gruppi di interesse, segui le aziende con le quali vorresti collaborare, pubblica contenuti rilevanti, interagisci, scrivi un messaggio personalizzato quando richiedi un contatto. Non basta avere un profilo, bisogna darsi da fare, ma qui più che su altri lo scambio tra professionisti e clienti è favorito.
Probabilmente non lo conosci, ma Pinterest è un social molto in voga in America e che sta prendendo sempre più piede anche qui da noi. In realtà non è un vero proprio social, ma piuttosto un motore di ricerca che parte dalle immagini: qui infatti puoi trovare grande ispirazione tra le tante immagini categorizzate che spesso sono legata ad articoli, freebie o infografiche e puoi salvarle in bacheche tematiche. Per me sfogliare Pinterest è un
momento di relax e lo uso nei percorsi di personal branding per il freelance lab, per trovare ricette da provare o per salvare idee per una futura casa. Se usato correttamente e con le giuste parole chiave può portare molto traffico al tuo sito (se ne hai uno). Ci sono potenziali clienti per traduzione e interpretariato? Nì: il pubblico è molto vasto per cui potrebbe esserci nel mare magnum qualcuno interessato ai tuoi servizi, ma su Pinterest le ricerche vertono più su altri settori (moda, beauty, casa, cucina solo per citarne alcuni). Se hai voglia di sperimentare e non ti fai demoralizzare facilmente, vale la pena provare, tenendo conto che la visibilità qui è potenzialmente molto alta, ma non particolarmente canalizzata per il nostro settore.
E Instagram?
Ho lasciato Instagram come chicca finale: tra tutti è il social che preferisco per il lato estetico (e anche informativo, lo ammetto), ma a mio parere è anche quello più complicato. Puoi scegliere se avere un profilo da privato o business, con la differenza che nel secondo caso hai qualche funzionalità in più e le statistiche per vedere l’interazione con i tuoi post. Il fulcro del social sono le fotografie che devono essere esteticamente belle
e armoniche tra loro, con una predilezione per le cromie abbinate e gli schemi che si vengono a comporre mano a mano che pubblichi post. Avere belle fotografie che siano realistiche e che utilizzino i filtri per esaltarne le caratteristiche e non snaturarle è molto difficile se non si hanno doti fotografiche o se non si ha budget da investire in servizi fotografici continui (sì, le influencer e chi lo fa per lavoro hanno una serie di fotografi che scattano e spesso editano le immagini). In più bisogna avere un’idea chiara dell’effetto che
si vuole creare nel feed e anche questo se non si ha un minimo di occhio o un po’ di esperienza è un aspetto difficile da gestire. Studiare, provare, scattare, editare una fotografia e poi scrivere il testo di accompagnamento può portare via diverse ore di lavoro: è necessario per avere buoni risultati estetici ma non è sempre sostenibile. Con l’uso delle storie, brevi registrazioni che possono includere immagini, scritte o video si può creare più interazione e ci si può raccontare più liberamente rispetto a tutti gli altri mezzi e supporti. Ci sono potenziali clienti per traduzione e interpretariato? Nì: anche qui il pubblico è molto vasto e di sicuro ci possono essere potenziali clienti a guardarci, ma bisogna sapersi raccontare nel modo giusto. Instagram ci dà l’opportunità di raccontare in modo inedito i dietro le quinte del nostro lavoro con molteplici formati e questo rende più facile riuscire ad intercettare chi potrebbe avere bisogno di noi.
Nessuna paura però, per fare chiarezza su questo social e vederne tutte le funzionalità il 14 settembre terrò un webinar dedicato proprio a Instagram per interpreti e traduttori. Ti svelerò cosa comunicare e come in modo da raggiungere i tuoi potenziali clienti (e guadagnare)! Vieni anche tu?