Il freelance a casa con la mamma

Premessa: nessuna mamma è stata maltrattata durante la stesura di quest’articolo.

La mamma è sempre la mamma, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma per un freelance a casa con la mamma spesso la convivenza non è tutta rosa e fiori. Mi presento: sono Marta, ho 29 anni e fino a qualche mese fa ero una freelance a casa con la mamma.

Io lo sottolineo sempre: probabilmente non avrei avuto il coraggio di aprire partita Iva se non avessi avuto la mamma che mi copriva le spalle e che, a modo suo, mi sosteneva. È stata lei ad accompagnarmi dal commercialista la prima volta e ad asciugare le mie lacrime quando ho sbagliato strada, sono arrivata tardi e ho dovuto spostare l’appuntamento. È stata lei ad asciugare le altre lacrime la prima volta che ho dovuto pagare le tasse.

La mia scelta di fare la traduttrice freelance è sempre stata appoggiata, anche se all’inizio non è stato facile far capire alla mamma che quello che sto facendo è un lavoro vero, non è un hobby. Fin dai tempi della scuola nel cervello di una mamma si radica la convinzione che se sei davanti al computer stai per forza facendo qualcosa di poco produttivo. Spesso nemmeno l’estratto conto la convince del tutto.

Quando sei un freelance a casa con la mamma, condividi la maggior parte della tua giornata lavorativa con questa presenza che accetta ma non capisce bene quello che stai facendo. Non importa quante stanze ha la tua casa. Se ti metti a lavorare in salotto, la mamma si siede in divano. Se ti metti a lavorare in cucina, la mamma si mette a cucinare. Da un lato la mamma del freelance ha paura per la precarietà di quello che tu chiami “lavoro”, dall’altro però è contenta di averti sempre a casa e di poter passare il tempo con te.

In questi anni ho potuto studiare vari comportamenti della  mamma del freelance e ho delineato 5 diverse personalità.

I 5 tipi di mamma del freelance

La maestra

A casa mia la mamma maestra è la personalità prevalente. Arriva da scuola carica di quaderni da correggere e ricopre tutte le superfici della casa, compresa la tua scrivania. Ti chiede aiuto per usare il computer, che spesso è il tuo. Quando arriva la fine della scuola e deve compilare i registri, ti arruola come dattilografa, perché sei veloce a scrivere. Ti consulta quando ha dei dubbi grammaticali, così vengono i dubbi anche a te e ti ritrovi a ripassare la grammatica italiana delle elementari. Ovviamente queste sue richieste di aiuto arrivano sempre nel momento in cui ti confermano un progetto di traduzione enorme.

La guardona

La mamma guardona entra nella tua stanza, ovviamente mentre stai lavorando. Ricorda: il fatto che tu stia lavorando è il punto focale di tutta la questione. Non capiterà mai che ti disturbi mentre stai leggendo l’oroscopo di Rob Brezsny, giocando a Candy Crush o facendo il quiz “Quale personaggio di Friends sei?”. Dicevo, entra nella tua stanza e si siede alle tue spalle, in silenzio. Tu fai finta di niente e continui a lavorare. Ad un certo punto non ce la fai più, ti giri verso di lei e, gentilmente, le chiedi: “Hai bisogno di qualcosa?”. E lei risponde: “No, no, ti guardo”.

La social

La mamma social entra nella tua stanza, sempre mentre stai lavorando, armata di smartphone. Lo stesso smartphone che tu stessa le hai insegnato a usare (accidenti a quella volta!). Inizia a mostrarti la sua selezione di video di cani, gatti, bambini, cani e bambini, gatti e bambini, bambini e bambini, della durata media di 10-12 minuti per video. Quando, gentilmente, le dici: “Dai, sto lavorando, me lo mostri dopo”, lei se ne va, ferita nel profondo, lasciando dietro di sé una scia di tristezza che neanche a un funerale.

La “tanto sei a casa”

La mamma “tanto sei a casa” è la mamma che lavora e la mattina, prima di uscire di casa, ti lascia sul tavolo della cucina la bolletta da pagare, il pacco da ritirare, la lista della spesa, la nonna da accompagnare dal parrucchiere, i panni bagnati da stendere e quelli asciutti da stirare (che non riesci a capire a che ora della notte abbia iniziato a fare lavatrici), la lavastoviglie da svuotare, la macchina da lavare… tanto sei a casa.

Poi capita la giornata particolare, in cui magari piove e sai che se resti a casa finirai in divano a guardare Netflix. Oppure ti senti sola e hai voglia di stare in mezzo agli universitari per gongolare mentre loro studiano e tu trasformi parole in fatturato. Così decidi di scappare in biblioteca o in coworking. In questi casi la mamma “tanto sei a casa” rimane spiazzata e si evolve nella mamma “eh ma non sei mai a casa”.

La chiacchierona

La mamma chiacchierona si piazza davanti alla porta della tua stanza e inizia a raccontarti delle cose. Può essere la sua giornata al lavoro, la telefonata con la nonna, il post su Facebook della sua amica, l’ultimo parente morto. Non ha importanza cosa ti racconta, perché la particolarità della mamma chiacchierona è essere ignara del fatto che tu, sotto ai capelli, nascondi gli auricolari con la musica a palla. Lei è contenta, perché una volta tanto la lasci parlare senza interromperla. Quando finalmente ti accorgi della sua presenza sono passati 20 minuti, o non hai sentito una mezza parola del suo discorso.

Come dice mago Merlino: “per ogni su c’è sempre un giù”. Infatti quando sei un freelance a casa con la mamma ogni situazione ha un pro e un contro:

  • non devi preoccuparti di cucinare e puoi lavorare finché non è pronto in tavola, ma se la mamma non è a casa per pranzo corri il rischio di tradurre fino a pomeriggio inoltrato e di morire di fame sopra alla tastiera del computer,
  • non devi usare la sveglia la mattina perché la mamma sarà ben felice di venire a svegliarti, chiedendoti preoccupata: “ma non devi lavorare oggi?”. Se è un periodo in cui il lavoro scarseggia, una simile domanda la mattina presto può essere deleteria.
  • se ti capita il pomeriggio libero puoi sacrificarti e accompagnarla a fare shopping per tentare di farti comprare qualcosa, ma ricorda di usare la scusa “appena mi pagano la tal fattura ti restituisco tutto”,
  • non devi spiegare ai familiari e ai conoscenti che lavoro fai perché, anche se non ce l’ha ben chiaro, la mamma è sempre felice ed orgogliosa di spiegare come si guadagna da vivere la sua figliola. Però resta nei paraggi con le orecchie aperte, le mamme sono brave a dare una loro libera interpretazione delle cose. Potresti ritrovarti con una zia convinta che tu sia la traduttrice ufficiale di Louis Vuitton.

Sei anche tu un freelance a casa con la mamma? Quale di queste personalità si nasconde nella tua?

Sono Marta, una quasi trentenne che si sente ancora una ragazzina. Dopo aver lavorato per 3 anni in un piccola agenzia di traduzioni mi sono lanciata e nel 2015 ho aperto p. iva per trovare il mio posto nel mondo della traduzione. Mi occupo di traduzioni e revisioni dall'inglese e dallo spagnolo in italiano per il settore tecnico e mi sto specializzando nel settore e-commerce. Quando non traduco mi puoi trovare a un concerto, dal tatuatore o per strada a rincorrere i gatti.