Gioie e dolori di girare video in casa

Quando ho deciso di trasformare il Freelance Lab dalle dirette mensili con le caviette, come era nato in origine, in registrazioni acquistabili in abbonamento avevo ben chiare due cose:

  1. non avevo un centesimo da investire in set, videomaker e post produzione
  2. volevo che i miei video fossero curati dal punto di vista dei contenuti, ma semplici nella loro realizzazione.

E così ho deciso di girare i video del Freelance Lab in casa.

I pro

Il primo vantaggio di registrare le lezioni di In Video in casa è stato sicuramente quello dell’investimento: avevo già una reflex e un cavalletto, ma visto che non volevo video con i fuochi d’artificio ho fatto tutto da me, dagli script al montaggio alla messa online. Questo mi ha permesso di girare ogni volta che volevo senza dover prenotare – e pagare – nessuna sala pose o mettermi d’accordo con il video maker e trovare un momento che fosse ideale per entrambi. In più prima di iniziare con le riprese non sapevo nulla di editing di video e il voler arrangiarmi mi ha costretto a mettermi a studiare come tagliare frame, migliorare l’audio e le luci, come aggiungere musica di sottofondo ai miei filmati.

I contro

Girare video in casa può essere molto problematico, soprattutto se non si abita in una zona silenziosa o se i vicini sono molto rumorosi. Se in più ci aggiungiamo che proprio quando dovevo iniziare a registrare nell’appartamento di fianco a casa mia hanno iniziato a fare lavori di ristrutturazione… ti lascio immaginare. Nei miei video infatti si sentono in sottofondo – anche se ho cercato di mitigarli in tutti i modi – rumori di macchine, motorini, cani che abbaiano, campane che suonano, persone che urlano. Sono riuscita ad evitare trapani, e per me questo è un grandissimo risultato!

Questo non è l’unico contro però: dovendo fare tutto da sola, mi sono dovuta ingegnare con uno specchio dietro la fotocamera per vedere se l’inquadratura fosse corretta e la luce ben posizionata. In più, non avevo mai editato un file video prima di marzo di quest’anno e a parte un corso di Digital UpDate con Fabrizio Ulisse, non sapevo dove mettere le mani per modificare le mie registrazioni, così ho dovuto studiare e parecchio.

In casa mia poi la luce naturale è poca perché abito al primo piano circondata da altri edifici e nella stanza dove registro ho le travi a vista che annullano quel poco di luce che riesce a filtrare dalle finestre. Trovare il giusto asset di illuminazione non è stato facile e c’è ancora tanto margine di miglioramento.

L’attrezzatura

Come ti raccontavo più sopra, quando ho iniziato a registrare In Video avevo già una reflex e un cavalletto, ciò che mancava alla mia attrezzatura di base era un faretto per illuminarmi: l’ho acquistato per poche decine di euro su Amazon, insieme a un microfono da collegare a un registratore esterno che già possedevo e che però non ho mai utilizzato. Ho provato a sincronizzare audio e video mentre editavo la prima raccolta, ma mi sono resa conto che questa operazione mi portava via tantissimo tempo con risultati pessimi; ho deciso così di utilizzare l’audio imperfetto registrato direttamente dalla fotocamera, cercando di migliorarne la qualità in fase di editing.

La preparazione

Per registrare dei video non basta solo premere rec su una fotocamera, il lavoro inizia molto prima. Ho dovuto fare un brainstorming e stilare una lista di titoli che avrei voluto pubblicare. Poi, per ogni raccolta, ho individuato macro argomenti e per ciascuno ho elencato una serie di punti dei quali avrei voluto parlare.

Molti videomaker o youtuber consigliano di elaborare un vero e proprio script, il testo che dovrai poi recitare davanti all’obiettivo. Io ci ho provato, senza mai riuscirci. Mi sono accorta che perdevo un sacco di tempo a mettere in fila le parole per iscritto, mentre tenendo sott’occhio lo schema con i punti chiave dei miei discorsi mi risultava molto più comodo spiegare i vari argomenti: mi viene da dire che “improvvisavo”, ma in realtà quando sai di cosa parli non hai bisogno di tante sovrastrutture, basta una traccia per non dimenticare argomenti importanti e il discorso viene da sé.

Insieme alle raccolte, ogni mese ho pubblicato schemi e materiali utili di riferimento: per stilare questi file sono andata a ripescare vecchi appunti e ho approfondito con ricerche online e su carta.

La post-produzione

Una volta registrate le raccolte, ho iniziato a editare i video. Ho dovuto togliere tutte le pause che facevo tra una parola e l’altra, eliminare gli errori e unire più frasi insieme. Ho dovuto modificare i video in luminosità e colore e in perfezione del suono con gli strumenti di iMovie, il programma di editing che ho utilizzato. Questa operazione mi ha costretto a studiare i movimenti di ogni singolo muscolo della faccia per capire e anticipare il momento in cui stavo iniziando a parlare per tagliare proprio lì, prima dell’arricciarsi della bocca o della comparsa di un sorriso.

Per completare e abbellire i video ho deciso di preparare alcune grafiche da inserire all’inizio e al termine di ogni filmato: sono semplici, fatte con Canva, ma prima di trovare l’abbinamento che mi piacesse ci ho messo un po’.

Infine la selezione della musica di sottofondo: come dicevo anche prima, per cercare di mimetizzare i vari rumori di sottofondo ho inserito una melodia diversa in ogni raccolta; per trovare quella giusta ho scandagliato diversi database senza copyright e ho ridotto poi la scelta alle musiche più allegre e vivaci.

Quanto tempo ci va

Tanto. Di sicuro più di quello che avevo preventivato. All’inizio ho impiegato tante ore a provare a scrivere gli script, fino a quando ho capito che non era il metodo che faceva per me. La scelta di elaborare schemi e la loro stesura mi ha preso circa un’ora per ogni raccolta: li ho preparati in gruppi di tre, tranne l’ultimo che era da quattro.

Anche la registrazione dei video, che credevo sarebbe stata abbastanza veloce, mi ha portato via tantissimo tempo. All’inizio non sapevo come stare davanti alla fotocamera, ho fatto molte prove con le luci che non mi soddisfavano mai e con diversi fondali. Quando poi ho trovato il mio set e la giusta combinazione di faretti, mi sono bloccata all’idea di parlare davanti a un obiettivo. Questa parte però è migliorata molto con il tempo e l’esperienza: se per le prime raccolte ci mettevo anche quattro, cinque ore a registrare circa mezz’ora finita di video, decisamente un’eternità, con il passare dei mesi mi sono sciolta davanti alla fotocamera, sono andata più spedita a parlare e mi sono velocizzata a preparare il set – che essendo in casa dovevo smontare ogni volta dopo aver terminato le riprese e rimontare all’occorrenza. Le ultime raccolte le ho registrate tutte di fila in tre ore.

Sui file allegati ad ogni raccolta potevo risparmiare un po’ di tempo, ma la signorina precisini che è in me mi ha obbligato ad ampliare i contenuti e a fare quindi altre ricerche. Stimo un’ora a raccolta.

La fase di editing dei video è sicuramente quella che in fin dei conti è la più lunga e quella che più difficilmente riesco ad accelerare. Nonostante abbia preso ormai confidenza con i comandi e le combinazioni dei tasti e nonostante rispetto all’inizio abbia più chiaro cosa devo fare e che aspetto voglio che abbiano i video finali, per ogni raccolta ci metto almeno un giorno pieno, a volte anche due per editare i filmati, rifinirli e caricarli sulla piattaforma.

Insomma, è un sacco di lavoro e sono ancora molto lontana dalla perfezione o dal girare video di alto livello, ma sono soddisfatta: del risultato finale, del percorso completo che il 12 dicembre vedrà pubblicata l’ultima raccolta dell’anno e soprattutto della mia costanza: ammetto che in certi momenti, quando gli impegni si accavallavano, le scadenze pulsavano negli occhi, la rete non funzionava o andava a pedali, i muratori spaccavano sempre più forte e la data di uscita delle raccolte si avvicinava ho temuto di non farcela e di dover rimandare un’uscita. E invece, se non faccio casino proprio con l’ultima – che parlerà di imprevisti, guarda un po’ -, ormai ce l’ho fatta!

Hai già guardato le registrazioni di In Video? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi: se vuoi puoi iscriverti qui.

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Parlo e scrivo in tutte le lingue che conosco Bevo tè bollente a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni. Amo quello che faccio e lo condivido con chi vuole fare il mio stesso lavoro.