Come ritagliarsi un mese sabbatico

Ormai l’ho detto in tutti i luoghi e tutti i laghi: il 2019, soprattutto nella prima metà, mi ha messa a dura prova. Gli ultimi mesi sono stati una sorta di regolare pugno nello stomaco, di quelli che ti lasciano senza fiato e con la mente pure un po’ annebbiata: un sacco di imprevisti, alcuni problemi famigliari, difficoltà sul lavoro, che non mi hanno permesso di ritagliarmi con regolarità dei momenti di pausa e vacanza. Il risultato? A luglio ero già boccheggiante senza forze e sognavo di prendermi un lungo periodo senza lavoro, senza pensieri e preoccupazioni, senza ritmi imposti e senza ansia. Perché ci atteggiamo tutti a super eroi, ma la verità è che, anche se spesso facciamo molto più di quello che dovremmo e se ci guardiamo indietro alla fine della giornata non sappiamo nemmeno noi come abbiamo fatto a fare tutte quelle cose, siamo esseri umani. E come tali abbiamo il sacrosanto diritto – e dovere – di fermarci per prendere fiato.

Così ho iniziato a programmare e pianificare le Maniacardiadi: un mese di “festa” per il mio compleanno, ad ottobre, durante il quale volevo fare il fioretto di non lavorare e dedicarmi solamente a recuperare le energie perdute.

Facile a dirsi

Per chi è maniaco del controllo come me, delegare anche semplici compiti è un dramma. Figuriamoci dover lasciare la propria creatura, cioè la propria attività, nelle mani di qualcun altro. Pensare di staccare per un mese intero come freelance senza dare una risposta alle email, alle richieste di preventivi o di incarichi, senza la scrittura sul blog e la promozione sui social è un’utopia, a meno che non si voglia vanificare il duro lavoro fatto fino a quel momento. E visto che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, bisogna scendere a compromessi e scegliere il “male minore”. Che nel mio caso è stato decidere di affidarmi a un’assistente virtuale (o meglio, due) ed è risultata essere una scelta azzeccata perché mi ha permesso di staccare sul serio e di concentrarmi sul mio recupero.

Ho fatto così: ho affidato a Nicole, che mi affianca da un paio d’anni regolarmente, l’incarico di gestire tutto ciò che riguardava il Freelance Lab, dalla gestione delle email alla revisione e pubblicazione degli articoli del blog e la loro condivisione su Facebook, dal controllo e all’invio delle newsletter in programma fino alla condivisione sui social dei post di Punto F. Nicole conosce bene come funziona il Lab, sa quali sono i suoi meccanismi, il tono di voce che caratterizza il blog e la mia comunicazione e con lei so che vado sempre sul sicuro.

Ho chiesto un aiuto anche a Magda perché volevo che Nicole avesse modo di concentrarsi sulle già tante attività del Lab e non volevo sovraccaricarla di impegni. Magda, che ha lavorato come assistente di direzione per tanti anni in giro per l’Europa e che tra le altre cose conosce il tedesco, si è occupata di gestire la posta di Punto F, di redigere preventivi e di smistare i lavori in entrata a colleghe fidate. La sua esperienza e il fatto che conoscesse molto bene sia l’inglese che il tedesco, le lingue con le quali lavoro maggiormente, hanno fatto di lei la persona ideale per seguire la comunicazione di Punto F.

E poi le colleghe, appunto: ho contattato un paio di persone per la traduzione e un altro paio per l’interpretariato in modo che se fossero arrivate richieste di incarichi durante la mia assenza, non avrei lasciato a bocca asciutta i miei clienti.

Pianifichescion, what else

Se facessi un reality show su di me non potrebbe essere che “Pianificatori compulsivi”. Lo ammetto Vostro Onore, non posso fare a meno di pianificare ossessivamente a lungo raggio. E meno male, perché quando decidi di assentarti dal lavoro per un mese intero non puoi farlo dal giorno alla notte, ma devi preparare il terreno. Devi comunicare a tutti, dai parenti agli amici ai clienti, da quando a quando non ci sarai, in modo da non ricevere chiamate in preda al panico da chi non ha tue notizie da un po’. Devi pensare di non interrompere, per quanto possibile, il flusso di comunicazione normale: questo significa programmare i post sui social, quelli del blog, le newsletter. Ma non solo: devi assicurarti di consegnare tutti i lavori in scadenza, di mettere in pausa i progetti corposi o di fare un passaggio di consegna prima della pausa, comunicandolo in anticipo ai clienti e ai professionisti coinvolti. E quando rientri? Non mi piace rientrare e dover subito iniziare a correre, preferisco tirarmi un po’ di più il collo prima di staccare in modo da avere un rientro il più soft possibile.

Ho fatto così: ho definito il mio periodo di assenza, dal primo ottobre al tre novembre compresi, e all’interno di questo lasso di tempo ho prenotato un viaggio in un Paese remoto e con scarse possibilità di connessione (perché era quello che desideravo, staccare materialmente e mentalmente da tutto e da tutti). Ho iniziato a comunicare la mia pausa con un mese di anticipo sui social e via email a quei clienti regolari, con i quali avevo da poco terminato un progetto o per i quali dovevo consegnare a ridosso del mio periodo sabbatico, in modo che fossero a conoscenza dell’ultima data utile per lavorare con me. Ho fissato quindi le consegne con qualche giorno di anticipo rispetto al mio ultimo giorno di lavoro per scongiurare gli imprevisti e ho fatto una lista di cose da fare con data di scadenza per non lasciare nulla in sospeso.

Ti chiedi se non mi sono annoiata un mese senza lavorare, e come ho gestito la preoccupazione per i mancati incassi? E se è davvero andato tutto liscio? te lo racconto la settimana prossima, sempre qui sul LaBlog!

Parlo e scrivo in tutte le lingue che conosco Bevo tè bollente a tutte le ore del giorno, in tutte le stagioni. Amo quello che faccio e lo condivido con chi vuole fare il mio stesso lavoro.