Se mi segui dagli albori del progetto del Freelance Lab, saprai che c’è stato un momento della mia vita da freelance in cui mi sono fatta tentare e sono caduta a piè pari nella tentazione del lavoro dipendente. In contemporanea. È stata una bella idea? Non proprio. Posso giurare di non farlo più? Non direi.
(In)compatibilità
Innanzitutto se decidi di intraprendere un lavoro come dipendente mentre hai già partita iva, avviata o in fase di avvio, devi essere consapevole che dovrai fare i salti mortali per incastrare tutto. Dipende molto dalla tipologia di lavoro che andrai a svolgere, ma di solito i posti da dipendente hanno una certa rigidità di orari e di mansioni per i quali può essere difficile incastrarsi con le esigenze di un freelance, che al contrario può ricevere incarichi all’ultimo.
Nel mio caso, avevo accettato un contratto di insegnamento presso una scuola pubblica: mi sono scontrata con vero e proprio rigore dovuto all’estrema burocrazia e nonostante alcuni appuntamenti fossero pianificati un anno per l’altro, spesso venivano rimandati il giorno prima o il giorno stesso in cui dovevano tenersi. Ovviamente non potevo rimandare lezioni per incarichi last-minute e dovevo garantire comunque le mie ore di docenza, anche se la consegna di migliaia di parole era imminente.
Prima di accettare un contratto da dipendente, studia per bene la tua situazione attuale e quella nella quale ti ritroverai a lavorare, chiedi il grado di flessibilità e informati se potrai modificare la tua presenza o il tuo operato a seconda delle esigenze: questo non significa venire meno agli accordi presi, ma poter svolgere una determinata mansione in modi e tempi differenti per poter conciliare tutto.
Organizzazione e pianificazione
Due cose che mi sono tornate molto utili sono state l’organizzazione e la pianificazione. Avere un calendario da rispettare nel lavoro dipendente mi ha permesso di organizzare di conseguenza anche gli impegni da freelance e pianificare scadenze e consegne lontane dai giorni in cui dovevo essere in classe, per avere tutto il tempo necessario per terminare il lavoro, rivederlo, inviarlo. Stessa cosa anche per gli incarichi di interpretariato: non potendo mancare da scuola durante i giorni di servizio, ho cercato di incastrare i servizi di questo tipo in altre giornate. Ovviamente non sempre da parte dei clienti c’è la possibilità di spostare le date di certi incontri o eventi, ma in alcuni casi sono riuscita a mantenere gli incarichi.
Flessibilità
E pazienza, tanta pazienza. Credo che aver lavorato con un’amministrazione pubblica sia da annoverarsi tra le esperienze più estreme: tutto è un “complicare le cose semplici”, perché ci si scontra spesso con una mentalità rigida e chiusa. Di sicuro è stata una scuola validissima per quanto riguarda lo sviluppo delle capacità di problem solving e di flessibilità: per una singola riunione rimandata (o di cui nessuno ti aveva messo al corrente in anticipo), devi rivedere in quattro e quattr’otto tutta la programmazione giornaliera e fare i salti mortali per portare a termine tutti gli incarichi da freelance, senza morti né feriti.
I primi tempi mi arrabbiavo come una matta perché lavorare in quelle condizioni per me era super stressante – oltre che inconcepibile –, ma poi ho imparato a gestire quelle situazioni e a trovarci un lato positivo. Che ora non ricordo, ma ti assicuro che c’era!
Consapevolezza
Rompo sempre le scatole con questa storia della consapevolezza, ma credo sia fondamentale più o meno sempre. Conoscere a fondo il proprio modo di lavorare da freelance, sapere quanto tempo ci impieghi a compiere ciascun compito – o almeno essere in grado di fare stime realistiche – è davvero importante per poter decidere o meno di firmare un contratto anche da dipendente. Sono questioni personali che dipendono molto dal modo di essere di ciascuno di noi, ma solo conoscendo il tempo che resta a disposizione terminati i nostri usuali task possiamo prendere una decisione sensata e obiettiva.
Paletti per entrambi i lavori
Della serie “cose che avrei voluto fare, ma non ho fatto”, avrei dovuto fissare dei paletti per entrambi i lavori: per il lavoro dipendente, che avrei partecipato solo a x riunioni (il mio monte ore di insegnamento non prevedeva che fossi presente a tutte), che non avrei assunto altri incarichi non obbligatori (recuperi pomeridiani), che oltre alle ore x non sarei potuta restare perché avevo altri impegni di lavoro. Per il lavoro freelance, che avrei potuto accettare solo x incarichi, che certi servizi non avrei continuato a farli.
Se inizi dicendo si sì a qualsiasi cosa, ti troverai presto sopraffatta e non riuscirai più a staccarti dagli impegni presi; se invece riduci al minimo le cose di cui occuparti, avrai margine di manovra per aumentarle gradualmente nel momento in cui ti renderai conto che c’è spazio e tempo anche per altro.
Ultime raccomandazioni
Non ti dirò di farlo o no, ma ti invito a non prendere nulla alla leggera e valutare attentamente la situazione. Portare avanti un lavoro dipendente e un’attività freelance richiede un grande dispendio di energie e devi esserne preparata: io mi sono ritrovata a lavorare tutti i week end, arrancando per cercare di stare al passo con tutto e mettermi avanti per la nuova settimana, ma il risultato è stato che sono arrivata a giugno stremata e in burn out. Credo che fare entrambe le cose contemporaneamente possa essere fattibile nel breve periodo, ma a lungo andare bisogna prendere una decisione. In ogni caso rendi partecipi i tuoi colleghi e il tuo datore di lavoro del fatto che lavori anche da freelance, sapendolo potrebbero venirti incontro e aiutarti a gestire i due ruoli al meglio.
E se vuoi approfondire questo argomento, guarda l’intervento della mia amica e collega freelance Chiara al Freelancecamp dell’anno scorso: parla proprio di slash work.